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Documento per l'istituzione della Riserva naturale parziale botanica e morfo-paesistica Cascina S. Alberto

1. Premessa

Questo documento è stato redatto in applicazione dell'art. 22 della legge 6 dicembre 1991 n. 394 "Legge quadro sulle aree protette", che prevede la partecipazione delle Province e dei Comuni al procedimento di istituzione delle aree protette, la pubblicità degli atti relativi all'istituzione e alla definizione del piano, nonché la partecipazione degli enti locali alla gestione dell'area protetta e all'adozione dei relativi regolamenti.
L'area protetta che si intende istituire è la Riserva Naturale parziale botanica e morfo-paesistica "Cascina S. Alberto", in Comune di Marcaria; l'ente gestore che si propone è il Consorzio Parco Oglio Sud, cui è affidata la gestione del Parco Regionale Oglio Sud con Legge Regionale n. 17 del 16 aprile 1988, ed entro il cui territorio è ricompresso il sito.
In applicazione della Direttiva Europea 43/92 "Habitat", l'area in questione è già stata proposta come Zona Speciale di Conservazione nella rete Natura 2000 (Codice sito IT20B0003).

Come prevede la L. 394/91, le Riserve Naturali sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine, che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per le diversità biologiche o per la conservazione delle risorse genetiche; la legge regionale n. 86/83 precisa all'art. 1 comma c, che le riserve naturali sono intese quali zone specificamente destinate alla conservazione della natura in tutte le manifestazioni che concorrono al mantenimento dei relativi ecosistemi.
In applicazione dell'art. 11 della legge regionale n. 86/83, si propone di classificare la Riserva come parziale botanica e morfo-paesistica, cioè istituita con finalità specifiche di tutela degli aspetti della vegetazione, della morfologia fluviale e degli elementi del paesaggio, nella quale sono consentite le attività antropiche compatibili con le finalità suddette.
Occorre precisare che questo documento non costituisce il primo passo verso l'istituzione della Riserva Naturale; infatti la proposta istitutiva, contenuta esplicitamente nel Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Oglio Sud, venne deliberata dall'Assemblea del Consorzio (deliberazione A. C. n. 11del 17 aprile 1997).
L'approvazione da parte dell'Assemblea venne inoltre preceduta da una lunga e intensa fase preparatoria volta a garantire la massima partecipazione e condivisione del pubblico al procedimento pianificatorio in corso.
L'assunzione della scelta di istituire la Riserva e tutelarne il territorio fu quindi pienamente condivisa e partecipata e si realizzò con il concorso di molteplici organismi, andando ben oltre il principio del coinvolgimento degli Enti locali. Vennero infatti consultate tutte le realtà sociali e imprenditoriali, tra cui le Associazioni di categoria degli agricoltori e degli industriali ed artigiani, le associazioni ambientaliste, venatorie e alieutiche, gli A.T.C., i Consorzi di Bonifica etc.
Gli Enti locali interessati, riuniti a costituire l'Assemblea Consortile, formata dai 16 Comuni interessati, tra cui anche quello di Marcaria, in cui ricade la riserva, e dalle Province di Mantova e Cremona, assunsero quindi la decisione di istituire la Riserva Naturale con atti formali, ma preceduti da una lunga e partecipata consultazione.

A seguito della deliberazione di adozione del Piano Territoriale di Coordinamento, che prevedeva esplicitamente all'art. 29.1 anche la proposta di istituzione della Riserva Naturale, seguì la fase di pubblicità degli atti, nei modi e termini previsti dall'art.19 della L.R. 30/11/83 n. 86, la presentazione delle osservazioni, il loro esame da parte dell'Assemblea e la definitiva approvazione da parte della Giunta Regionale (deliberazione G.R. n. 2455 del 1/12/2000, pubblicata sul B.U. R. L. del 18 gennaio 2001, 3° supplemento straordinario al n. 3). L'istruttoria regionale condotta da una conferenza dei servizi interessati, propedeutica alla deliberazione di approvazione, confermò l'iniziativa di proporre l'istituzione della Riserva ma apportò significative modifiche alle Norme di tutela ed alla perimetrazione; tali modifiche, concordate con i responsabili del Parco, furono volte a garantire una più efficace azione di tutela e ad attutire i limiti alle attività antropiche ritenute compatibili, in particolare all'attività agricola.

Durante la fase di approvazione del PTC del Parco, l'area della costituenda Riserva fu oggetto dei seguenti studi naturalistici ed interventi di miglioramento ambientale:
Analisi storica del paesaggio, Emilio Finardi, 1999;
Indagine fisionomico-strutturale sulla vegetazione ed inquadramento fitosociologico, M. Tomaselli et alii, Università Parma, 2001;
Interventi di miglioramento della fruibilità, realizzati da uno dei proprietari, con contributi del Parco nell'ambito del Progetto Speciale Agricoltura.


2. Analisi territoriale

La Riserva si trova in zona golenale del fiume Oglio e copre una superficie totale di 104.98.00 ettari, di cui 20.74.02 ettari costituiscono la riserva propriamente detta e 84.23.98 ettari l'area di rispetto.
Trattasi di zone tipiche della bassa valle dell'Oglio, scavate nei depositi alluvionali in periodi glaciali, quando il fiume, privo di argini, vagava modificando ad ogni piena importante il suo percorso. Questo meandro abbandonato del fiume è situato a Sud-Est di Marcaria, in prossimità degli abitati di Canicossa e Cesole.
Il sistema delle lanche è costituito da aree abbandonate dall'alveo attivo del fiume Oglio a seguito di rettifica e regimazione del corso d'acqua.
La traccia ben visibile dell'antico meandro, a ridosso dell'argine, permane come una vasta e diversificata zona umida, malgrado le bonifiche, utilizzata in passato per l'allevamento di pesce. Interessante il sistema di bonifica applicato a questa lanca, definito a "mazzuoli": scavo di ampi fossi con recupero di fasce di terra parallele tra loro e disposte in modo da formare, su entrambi i lati della lanca, un disegno simile alla "spina di pesce". Attualmente accanto ai pioppeti si mantiene una ricca vegetazione acquatica e ripariale. Un sentiero permette di percorrere ad anello tutta l'area. Sono presenti nelle adiacenze diversi laghetti (o "bugni") uno dei quali circondato da un bosco spontaneo con alberi centenari di frassino ossifillo, querce e pioppo bianco, tipico delle antiche foreste umide della pianura padana, che costituisce l'elemento naturalistico principale. I querceti infatti costituiscono i resti della vegetazione forestale che duemila anni fa ricopriva le aree non paludose della pianura. Attualmente del querceto esistono solo pochi resti, concentrati entro le valli fluviali, di piccola estensione, con struttura e composizione spesso semplificate in relazione alle caratteristiche dei suoli ed all'utilizzo pregresso.

2.1 Inquadramento geomorfologico
L'area della Riserva Naturale si colloca in sinistra Oglio, in Comune di Marcaria, nella zona occidentale della provincia di Mantova.
Si tratta di un territorio a morfologia pianeggiante di origine fluviale e fluvioglaciale rimaneggiata dall'azione erosivo-deposizionale dell'Oglio, del Po e di altri antichi corsi d'acqua, riconducibile al modello di morfologia fluviale meandriforme.
L'altimetria del territorio è compresa tra un massimo di 25 metri s.l.m., rilevato nei pressi di Campitello, e un minimo di 20metri s.l.m. nella golena S. Alberto.
Questo territorio è caratterizzato superficialmente da alluvioni terrazzate pleistoceniche ed oloceniche, la cui origine è da mettere in relazione con l'attività dell'Oglio e dei suoi affluenti durante le ultime glaciazioni e l'attuale periodo post-glaciale.
I principali caratteri geomorfologici sono rappresentati dalle pronunciate ondulazioni, dall'andamento degradante da Nord - Nord Ovest verso Sud - Sud Est, solcato da paleoalvei evidenti, incassati rispetto al piano di campagna ed è segnata da numerosi fossi e seriole che hanno origine poco più a Nord, nella zona delle risorgive, al passaggio tra l'alta e la media pianura.
L'origine dei paleo - percorsi fluviali è legata ad antichi e minori scaricatori glaciali (con direzione prevalente Nord - Sud riconducibili a paleoalvei dell'alta pianura) del sistema morenico gardesano, successivamente alimentati dalle numerose risorgive e fontanili sviluppatisi al passaggio tra l'alta e la media pianura.
L'origine di queste aree terrazzate è da ricondursi alla fase post-glaciale wurmiana (tardo pleistocene), ad eccezione ovviamente delle aree incise o depresse di escavazione fluviale con depositi olocenici.
L'elemento morfologico principale che caratterizza l'area in sinistra Oglio è la scarpata che si sviluppa da Marcaria a Canicossa e che poi, molto attenuata, prosegue fino a Cesole; tale scarpata, che collega superfici con differenze altimetriche fino a 4 - 5 m, rispecchia la divagazione verso sinistra dell'Oglio, avvenuta in tempi storici con ampi meandri evidenti presso Marcaria, Canicossa e alla confluenza con il Po.
In particolare l'area in oggetto si trova in corrispondenza di meandri abbandonati in sponda sinistra del fiume Oglio che costituiscono un sistema di lanche di elevato valore naturalistico e paesaggistico.
Le lanche sono delimitate a Nord -Nord Ovest dal terrazzo principale dell'Oglio. I terreni del terrazzo presentano quote comprese tra i 36 e 38 m e risultano più alti di 8-9 m rispetto alla quota dei terreni della lanca.

2.2 Situazione idrogeologica locale
Da una sommaria analisi di alcune stratigrafie lungo la direttrice Bozzolo-Marcaria si può affermare che un primo acquifero si trova tra i 5 - 10 m e i 30 - 40 m di profondità; esso è costituito prevalentemente da sabbie con frequenti intercalazioni discontinue di materiali meno permeabili (lenti limose o argillose).
Un secondo acquifero è individuabile al di sotto dei 50 m con spessori notevoli (50 -70 m), costituito prevalentemente da sabbie talora ghiaiose, intercalate a lenti argillose, limose e torbose. L'indagine sulla situazione idrogeologica locale si è rivolta in modo particolare alla studio dell'andamento e delle oscillazioni della falda freatica superficiale.
Lo studio è stato eseguito sia tenendo sotto controllo le oscillazioni della falda nelle depressioni che si trovano nelle immediate vicinanze dell'area in oggetto, sia con osservazioni freatimetriche in corrispondenza dei pozzi censiti nella zona.

I dati rilevati confermano i risultati di precedenti ricerche condotte sullo stesso territorio a partire dal 1978 e possono essere così riassunti:

  • nel terrazzo superiore esiste una falda freatica superficiale che viene a giorno nelle teste di fontanile utilizzate dagli agricoltori per attingere le acque d'irrigazione; la sua profondità varia da un massimo di oltre 5 m nelle zone altimetricamente più elevate, ad un minino di 50-100 cm in quelle più depresse;
  • lungo il piede del terrazzo principale sono allineati numerosi fossi sorgentizi, che intercettano la falda appena al di sotto della superficie topografica;
  • nei terreni vallivi la falda si trova 60-100 cm sotto il piano campagna e affiora nei numerosi fossi di scolo realizzati per mantenere drenata questa zona;
  • le argille sub-superficiali non rappresentano ovunque il letto della falda freatica: verso Est esse scompaiono e le sabbie rissiane poggiano direttamente su quelle dell'Interglaciale Mindel-Riss, per cui si ha un unico orizzonte acquifero dello spessore di oltre 18 m.
  • Questi dati, pur non essendo sufficienti per la stesura di una carta delle isofreatiche, permettono di fare alcune interessanti considerazioni sull'origine e sull'andamento della falda:
  • nel terrazzo superiore, la superficie freatica si trova a quote comprese fra 35,50 e 39,50 m s.l.m., e segue per lo più l'andamento sub-orizzontale del profilo topografico;
  • la falda si muove in un mezzo mediamente permeabile, costituito dalle sabbie superficiali, con direzione Nord-Est / Sud-Ovest;
  • la direzione del moto delle acque e la natura dei terreni suggeriscono che il bacino d'alimentazione della falda sia da ricercarsi a Nord, nella coltre permeabile dell'alta e media pianura, e che le sue oscillazioni siano dovute alle precipitazioni stagionali e soprattutto alle irrigazioni;
  • l'escursione freatica annua presenta infatti valori di 1,50 - 1,70 m, con livelli minimi nei mesi di febbraio - marzo, alla fine della stagione invernale, e con quote massime al termine dell'estate, in concomitanza con il periodo di maggiore intensità delle irrigazioni.

2.3 Aspetti vegetazionali
In seguito si riporta per esteso l'estratto di un recente studio floristico-vegetazionale effettuato dall'Università degli studi di Parma, Dipartimento di Scienze Ambientali, su incarico del Parco. Area golenale posta sulla riva sinistra del fiume Oglio, originata dall'azione di erosione dei depositi alluvionali del fiume. E' delimitata nella porzione settentrionale dall'argine maestro, a ridosso del quale è ancora ben visibile un suo antico meandro ormai abbandonato. Destinato in passato all'allevamento del pesce, permane ancor oggi un vasto reticolo di fossi, che formano tra i campi coltivati un tipico disegno a "denti di pettine". La golena è stata sottoposta ad un lungo processo di bonifica che ha quasi completamente sostituito alla vegetazione originaria i coltivi a pioppo e vasti appezzamenti destinati ai seminativi a rotazione. Le aree più interessanti dal punto di vista vegetazionale sono concentrate nella sua porzione settentrionale e sono rappresentate da isolati nuclei naturali che si collocano nelle immediate vicinanze dei numerosi fossi e dei "bodri", che ne costellano la superficie.
I numerosi canali, residuo dell'antico alveo del fiume, presentano una rigogliosa copertura dominata dalle lenticchie d'acqua (Lemno-Spirodeletum polyrhizae) e una ricca vegetazione elofitica dominata dalle carici (Caricetum acutiformis; Galio palustris-Caricetum ripariae). Tra le formazioni caratteristiche segnaliamo un piccolo bosco, associato ad un ampio bodrio, composto da farnia e frassino ossifillo (Fraxino oxycarpae-Quercetum roburis). Ai limiti delle colture, tra i differenti appezzamenti coltivati, si individuano sparse aree ruderali dominate da artemisia (aggruppamento ad Artemisia verlotorum) e da nuclei sparsi di siepi mesoigrofile (aggruppamento a Amorpha fruticosa e Rubus caesius), che in alcun i casi sostituiscono la tipica vegetazione elofitica degli specchi d'acqua. Nella porzione meridionale le sponde del fiume Oglio sono colonizzate da una fascia costituita essenzialmente da individui isolati di salice bianco tra i quali si inseriscono formazioni degradate a Sycios angulatus e Humulus scandens.

Si elencano di seguito le unità fitosociologiche corredate dai relativi codici Corine e Natura 2000: 2829.)

Unità fitosociologica Codice Corine Codice Natura 2000

  1. Lemno-Spirodeletum polyrhizae: 22.411 3150
  2. Caricetum. Acutiformis: 53.213
  3. Galio palustris-Caricetum ripariae 53.213
  4. Aggruppamento ad Amorpha fruticosa e Rubus caesius 37.71
  5. Aggruppamento ad Artemisia verlotorum p. p.
  6. Fraxino oxycarpae-Quercetum roboris 44.43 91F0

3. Perimetrazione provvisoria e norme di tutela

I confini della Riserva Naturale comprendono tutte le aree a vegetazione naturale e quelle recentemente naturalizzate o in corso di naturalizzazione; sono inoltre individuate le aree di Rispetto, necessarie per creare una separazione tra le zone di normale intervento antropico e quelle sottoposte a tutela.
Si allega una tavola, in scala 1:5000, riportante i confini delle aree di Riserva e delle aree di Rispetto.
Le norme di tutela da applicare nella riserva si propone siano quelle già stabilite dall'art. 29.1 del Piano territoriale di coordinamento del Parco.

4. Individuazione degli obiettivi da perseguire

L'istituzione della Riserva Naturale parziale botanica e morfo-paesistica è proposta al fine di:

  • Tutelare il patrimonio naturale esistente e le specie rare vegetali ed animali presenti
  • Conservare e ripristinare, ove possibile, gli elementi geomorfologici e paesistici
  • Disciplinare la fruizione del territorio a fini scientifici e didattico-ricreativi.

5. Valutazione degli effetti dell'istituzione dell'area protetta sul territorio

Gli effetti che ci si attende dal provvedimento istitutivo sono i seguenti:

  • la tutela delle caratteristiche naturali dell'area;
  • il miglioramento dello stato di conservazione degli habitat ed il recupero delle situazioni di degrado;
  • lo sviluppo di attività agricole compatibili nelle aree di rispetto;
  • la promozione di attività didattiche e scientifiche volte a conseguire una maggiore conoscenza del valore naturalistico e storico degli ambienti di pianura ed una conseguente consapevolezza della loro fragilità ambientale e delle esigenze di un uso rispettoso delle risorse.
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