- SIC IT20B0005 - Torbiere di Marcaria
- SIC-ZPS IT20A0004 - Le Bine
Il canale Bogina ricade nella ZPS "Parco Regionale Oglio Sud" e costituisce il tratto terminale del canale Navarolo, a partire dal Comune di Commessaggio per terminare in Oglio in corrispondenza della paratoia posta nella frazione di Bocca Chiavica, dopo un percorso di 6039 m. Esso si trova nell'area altimetricamente più depressa delle province di Mantova e Cremona, della cui competenza idraulica si fa capo il consorzio di bonifica Navarolo. I rimedi principali che le popolazioni locali posero in essere per fare fronte alle frequenti e talvolta devastanti esondazioni dei fiumi Po e Oglio e le plaghe presenti ai bordi di questi, furono le arginature dei due fiumi, già a partire dagli Etruschi, e in un'opera di bonifica perpetuata nei secoli fino alla metà del secolo scorso, che portò all'incanalamento delle acque interne. Uno degli elementi principali di questa rete di canali è rappresentata per l'appunto dal canale Bogina, scavato nuovamente prima del 1498 per difendere il viadanese.
Il canale Bogina, ospita estesi lembi di vegetazione riparia alternati a stagni, ambienti di particolare pregio nel monotono paesaggio agricolo di pianura.
Straordinaria è la continuità naturale di questi ecosistemi: il susseguirsi di aree naturali non interrotte da coltivazioni né da strade rende il canale Bogina un autentico "corridoio ecologico", cioè un insieme di spazi naturali collegati tra loro e con il fiume, ove si creano situazioni molto favorevoli per gli animali selvatici.
La mancanza di barriere tra gli ambienti naturali facilita per la fauna lo spostamento verso le altre zone ove trovare spazi di rifugio, in caso di disturbo, e nuove aree per la ricerca del cibo e la riproduzione.
Sugli argini sono presenti in modo discontinuo tratti di siepe a dominanza di sanguinello (Cornus sanguinea), vitalba (Clematis vitalba) e a rovo (Rubus ulmifolius), con presenza di rosa canina (Rosa canina) e prugnolo (Prunus spinosa). Sul versante più fresco dell'argine destro, poco più avanti di Palazzo Scardova in fronte ai resti di una vecchia coltivazione a ceduo di salice bianco (Salix alba), è possibile in primavera osservare una bella e intensa fioritura di pervinca (Vinca minor) e anemone (Anemone nemorosa).
Lungo le fasce riparie, comprese entro antichi argini, predomina il canneto a Phragmites australis, vegeta la mazzasorda (Typha latifoglia), dalle caratteristiche infiorescenze color marrone, ed il giglio giallo (Iris pseudacorus), ove minore è l'umidità del terreno crescono boschetti di salice (Salix alba) e pioppo (Populus euroamericana), con sporadiche presenze di olmo (Ulmus minor), di ontano nero (Alnus glutinosa) e di farnia (Quercus robur), l'albero più rappresentativo delle estese foreste umide che in tempi remoti ricoprivano la pianura padana. Ai margini dei boschetti di salice (Salix alba), governati secondo l'antico uso della capitozza, e nelle praterie a carice (Carex elata), spicca in primavera il campanellino (Leucojum vernum). Nel periodo estivo gli stagni sono ricoperti da una fitta coltre di piante acquatiche, tra cui sono diffuse la cosiddetta erba-pesce (Salvinia natane), la ninfoide (Nymphoides peltata) e la ninfea gialla (Nuphar luteum) e bianca (Nimphea alba).
Percorsi segnalati si snodano lungo gli argini del canale e consentono una piacevole escursione in uno dei tratti più piacevoli del Parco Oglio Sud svelando una "strisciolina" di natura, celata da alti argini erbosi, ma anche antichissimi insediamenti rurali, pievi e pregevoli manufatti idraulici.
Presso la sede del Parco è disponibile un depliant illustrativo.