- SIC IT20B0005 - Torbiere di Marcaria
- SIC-ZPS IT20A0004 - Le Bine
Le zone umide sono gli ambienti più caratteristici del Parco Oglio Sud. Sono ambienti in continua e costante trasformazione sia in senso spaziale che temporale. La vegetazione delle lanche e di altri specchi d'acqua si presenta con la tipica successione vegetazionale caratterizzata da ninfee bianca e gialla e da vegetazione sommersa dove c'è una certa profondità, canneti a cannuccia di palude, tifa e cariceti sulle sponde che lasciano spazio a fasce di bosco igrofilo (saliceti ed alneti) nelle zone più affrancate dall'acqua. Quella descritta sarebbe la successione ideale, anche se in questi ultimi anni si è assistito ad una profonda alterazione della comunità vegetale che, ad oggi, appare molto semplificata e con un minor numero di specie rispetto al passato soprattutto per la sua componente più strettamente acquatica.
In parte questa situazione è da attribuire alle mutate relazioni tra il fiume e queste aree: piene eccezionali si sono alternate in modo più frequente del passato con periodi di siccità altrettanto straordinari che hanno determinato stress prolungati nella zona umida. Inoltre l'esiguità delle superfici e l'isolamento che spesso le caratterizza, sono altri aspetti che non aiutano la stabilità ecologica di questi ambienti, portando ad un progressivo sempre più marcato interrimento di questi ambienti, con la conseguente perdita della componente vegetazionale più umida.
La vegetazione più caratteristica del nostro territorio è rappresentata probabilmente dalle siepi campestri che, specie nella parte nord del Parco, delimitano gli appezzamenti agricoli e costeggiano le rogge. In queste formazioni è possibile trovare pioppo, olmo, platano, gelso, acero campestre, sambuco, sanguinello, prugnolo, ma anche maestose querce e, più raramente, ontano e frassino.
Lungo le sponde fluviali sono ben visibili lunghi tratti di salice bianco che, a volte, diventano veri e propri boschi coma ad Ostiano (CR) (località Motte), ad Acquanegra sul chiese (MN) (nel tratto terminale del Chiese), a Calvatone (CR) (in sponda opposta all'abitato di Mosio) e alla foce dell'Oglio in Po.