- SIC IT20B0005 - Torbiere di Marcaria
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Le lanche di Runate e Gerra Gavazzi sono localizzate sulla sponda sinistra del fiume Oglio e costituiscono due piccoli nuclei di naturalità inseriti in un contesto paesaggistico fortemente modellato dalle attività umane.
Zone tipiche della bassa valle dell'Oglio, vennero scavate dal fiume nei depositi alluvionali in periodi glaciali, quando questo, privo di argini, vagava modificando ad ogni piena importante il suo percorso, descrivendo ampie e sinuose curve nella valle fluviale. I meandri di Runate e Gerra Gavazzi sono rimasti isolati dal fiume, abbandonandone il corso, non a seguito di un evento naturale (salto di meandro), bensì per una rettifica effettuata alla fine del XVIII secolo, con lo scopo di favorire la navigazione. Successivamente i meandri abbandonati, chiamati anche "Oglio morto", si sono impaludati favorendo l'insediamento di animali e piante tipici degli ambienti palustri, ormai rari in tutta la pianura padana. Le lanche sono alimentate dalla falda, prossima alla superficie, e da piccoli affioramenti d'acqua che scaturiscono dai terrazzi circostanti ed emergono ai piedi delle scarpate (risorgive).
L'elemento morfologico principale che caratterizza questo particolare sito è la scarpata che si sviluppa a Nord-Ovest delle lanche raccordando la valle con le vicine superfici rialzate (livello fondamentale della pianura), con differenze altimetriche fino a 10 metri.
La lanca si presenta come una zona umida dalla forma a semicerchio, caratterizzata dalla presenza più o meno continua di acqua. Di conseguenza la vegetazione tipica di una lanca ha una distribuzione di tipo concentrico, dai margini fino al centro, che dipende dalla diversa affinità che le specie hanno nei confronti dell'acqua. La lanca, nel tempo, è destinata a scomparire a causa del progressivo interrimento dovuto sia al progressivo sviluppo della vegetazione, sia all'accumulo dei resti degli organismi animali e vegetali che la abitano. A questo succedono ambienti naturali via via meno legati all'acqua, fino alla formazione di boschi di farnia e carpino.
La vegetazione di Runate
La lanca di Runate, quella di maggiori dimensioni, è caratterizzata da due piccoli corpi d'acqua quasi completamente invasi da nannufaro e cinti da una vegetazione costituita principalmente da canneto e da carici. In prossimità dell'abitato si segnala la presenza di una risorgiva caratterizzata da una vegetazione di particolare interesse dominata dalle specie del genere Juncus. Piccoli gruppi di salice grigio, salice bianco e ontano nero si sviluppano nelle aree più affrancate dall'acqua e boscaglie di robinia e ailanto, specie esotiche infestanti, occupano invece le scarpate sabbiose e aride che raccordano la valle dell'Oglio con le vicine superfici rialzate.
La vegetazione di Gerra Gavazzi
La lanca di Gerra Gavazzi, di minori dimensioni, presenta piccoli specchi d'acqua fortemente ridotti dal progressivo interramento. Essa si trova in uno stadio successionale più evoluto rispetto alla lanca di Runate a causa dello sviluppo della vegetazione ed al conseguente accumulo dei sedimenti; qui la vegetazione è rappresentata per la maggior parte da una fitta boscaglia di salice grigio, con la presenza di sanguinello, fusaggine, sambuco, pioppo bianco, pioppo nero, ontano, olmo campestre, acero campestre, platano ibrido e farnia. Si può quindi osservare che le formazioni arboreo-arbustive si stanno evolvendo verso boschi di farnia e carpini, che costituiscono la forma di vegetazione più matura nella pianura padana. Lungo i canali si nota una ricca vegetazione a lenticchia d'acqua e la presenza, ai margini della copertura boschiva, di formazioni erbacee a dominanza di artemisia ed equiseto.
Anfibi e rettili
Sono state rinvenute 11 specie tra anfibi e rettili: Rana verde, Raganella, Rana di Lataste, Rospo comune, Tritone, Biscia comune, Ramarro, Lucertola muraiola, Biacco, Biscia dal collare e Natrice tassellata. Tra queste merita sicuramente attenzione nella progettazione degli interventi e nei monitoraggi futuri la Rana di Lataste, anfibio endemico della pianura-padana protetto dall'Unione Europea (Direttiva 42/93 Habitat).
Uccelli
L'area in oggetto rientra in un quadrante caratterizzato da un ridotto numero di nidificanti (41-60) appena al di sopra della soglia minima (41 specie) a testimonianza dell'elevata antropizzazione del territorio, condizione comune a buona parte del territorio cremonese e mantovano. Si sono rilevati 32 specie fra le quali 18 nidificanti.
Gli ambienti che presentano maggiore importanza per questo gruppo faunistico sono le "morte" del fiume e le fasce boscate. Nelle prime in inverno svernano circa 100-150 esemplari di Germano reale e sono presenti dei Cormorani. Il bosco umido e la fascia che circonda la lanca di Gerre-Gavazzi ospitano nel periodo invernale una discreta presenza di Colombacci. Alcune coppie di questa specie nidificano nel periodo riproduttivo. Nel periodo estivo è facile avvistare Aironi cinerini, Garzette e il Martin pescatore, che si alimentano nelle lanche, ed osservare Gallinelle e Porciglioni, che si nascondono nel fitto del canneto allagato.
Mammiferi
Riguardo a questa classe i dati bibliografici per la località riportano la presenza di 12 specie di micromammiferi. I sopralluoghi compiuti hanno permesso inoltre di appurare la probabile presenza dell'arvicola terrestre e la presenza accertata del Tasso, mustelide ormai rarefatto in pianura che deve la sua sopravvivenza alle macchie boscate presenti.
La storia della palude di Gerra Gavazzi, che si identifica con il nome del suo proprietario, prende l'avvio nel 1745 con la morte dello stesso. Ferdinando Gavazzi, nobiluomo locale esperto in legge, unico erede, scrive il suo testamento nel 1738 istituendo suoi eredi universali sette poveri, capi di altrettante famiglie. Dopo la sua morte gli esecutori testamentari, il Comune e la Parrocchia di Carzaghetto, invece di applicare le indicazioni del donatore a favore degli usufruttuari, preferirono avvallare le prepotenze di un nobile, il conte Ugolino Palazzi da Gottolengo, che per diversi anni, con minacce e violenze, depredò la proprietà in modo sconsiderato. Solo nove anni dopo si applicarono le disposizioni testamentarie riconfermate per due secoli e ribadite anche nel 1953 dal Comune di Canneto.
Con gli anni settanta, caduti gli obblighi e i divieti, la proprietà ha subito numerosi cambiamenti e interventi di degrado: tagli sconsiderati delle scarpate e delle rive, abbandono totale della palude, abbattimento della vegetazione spontanea, riempimento di un tratto di stagno con una discarica intercomunale con il relativo intasamento delle risorgive.
La riduzione degli habitat naturali ha comportato un cambiamento delle condizioni ecologiche preesistenti ed un aumento significativo della probabilità di estinzione di alcune specie.
Con l'istituzione del Parco regionale Oglio Sud, avvenuto con legge regionale n.18 del 1998, si sono finalmente create le premesse per un'attiva opera di conservazione e ripristino degli ambienti naturali e di regressione dei fenomeni di degrado.
Inquadramento territoriale
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Il progetto di Riqualificazione ambientale
La riduzione degli habitat naturali ha avuto come conseguenza un cambiamento delle condizioni ecologiche preesistenti ed un aumento significativo della probabilità di estinzione di alcune specie.
In questo contesto assume particolare importanza il "Progetto di recupero e riqualificazione ambientale" attuato nel 2000-2002 dal Parco con la partecipazione del Comune di Canneto sull'Oglio e dei proprietari dei terreni con l'obiettivo di ripristinare le condizioni naturali di questi ecosistemi.
Lo scopo era quello di costituire un bosco misto con specie arboree ed arbustive tipiche dei boschi di pianura con la finalità quella di aumentare le superfici degli ambienti naturali con conseguenze positive per la biodiversità (ricostruzione di spazi di sosta, alimentazione e riproduzione della fauna selvatica), per il riequilibrio territoriale e per l'azione depurativa delle acque del fiume.
Un ulteriore importante intervento è stato realizzato nel 2013 grazie ha finanziamenti della Fondazione Cariplo e del GAL Oglio-Po (attraverso FESR, PSR 2007-2013).
La Z.S.C. "Lanche di Gerre Gavazzi e Runate" ha un piano di gestione a cui si è fatto continuo riferimento nella definizione delle azioni del progetto che aveva come obiettivo la riqualificazione della lanca e tenendo conto dei risultati di due importanti studi commissionati dal Parco: il primo per approfondire le conoscenze floristico-vegetazionali, il secondo per monitorare la qualità delle acque della lanca.
Dall'analisi delle problematiche e dai risultati dagli studi e con la finalità di incrementare la biodiversità della lanca, si è deciso di intervenire secondo i seguenti criteri:
L'articolazione degli interventi è riassumibile in quattro punti:
A) Ampliamento, approfondimento e diversificazione degli ambienti ad acqua libera
B) Incremento del ricambio idrico del bacino di valle
C) Riqualificazione ed estensione della copertura forestale attraverso
D) Un insieme di interventi accessori finalizzati a fornire l'ente gestore di strumenti utili al monitoraggio dell'evoluzione della lanca
Informazioni di servizio
Nome: Parco Regionale Oglio Sud
Indizzo: Piazza Donatore del sangue, 2 - Calvatone (CR)
Tel. 0375/97254 - Fax 0375/97507 - E-mail: info@ogliosud.it
Come arrivarci
In auto: l'area è ubicata a Nord-Ovest dell'abitato di Canneto sull'Oglio.
In automobile si arriva dalla Strada Provinciale "Asolana", da questa si imbocca la strada Canneto-Fontanella Grazioli e si parcheggia in corrispondenza dell'abitato di Runate.
In treno: in treno Canneto è servito dalla linea F.S. Parma-Brescia con la stazione (senza biglietteria) a pochi km dal sentiero che dal ponte sull'Oglio porta a Runate.
Altro: in bus, esiste un servizio giornaliero da e per Mantova (A.P.A.M.).